In risposta alle contestazioni dell’opposizione – Per i Guardiani nessuna frode nelle elezioni in Iran
Teheran, 26. Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, l’organo incaricato di sovrintendere sulla legittimità dei risultati delle elezioni in Iran, ha decretato oggi che non sono stati commessi brogli o frodi nel voto dello scorso 12 giugno, dal quale l’attuale presidente, Mahmud Ahmadinejad, è uscito rieletto per un secondo mandato.
“I controlli fatti negli ultimi dieci giorni – informano in un comunicato i Guardiani in risposta alle contestazioni mosse dall’opposizione – mostrano che al di là delle piccole irregolarità riscontrabili in qualsiasi elezione, non ci sono stati brogli o frodi”. Ma il leader dell’opposizione e candidato alle presidenziali, il conservatore moderato Mir Hossein Mussavi, ha confermato che continuerà nella sua protesta contro il risultato delle elezioni, affermando che “chi è dietro ai brogli elettorali è responsabile del bagno di sangue” in Iran e definendo “un diritto costituzionale del popolo” quello di protestare.
L’altro candidato riformista Mehdi Karrubi, che come Mussavi contesta l’esito delle presidenziali, chiedendo la ripetizione del voto, ha lanciato ieri una sfida ad Ahmadinejad. “Possiamo organizzare – ha detto – due raduni in aree diverse di Teheran, così che il presidente possa vedere chi ha più sostenitori: lui o il movimento riformista”. Finora, le vittime dell’ondata di violenza sono venti, tra le quali, secondo l’emittente iraniana in lingua inglese PressTv, otto miliziani paramilitari islamici Basiji,
Da Washington, il Dipartimento di Stato americano ha sottolineato che, con le espulsioni dei giornalisti stranieri e la chiusura di internet, sta diventando sempre più difficile ottenere informazioni su quanto sta accadendo veramente in Iran.
L’organizzazione Committee to Protect Journalists (Cpj), che ha sede a New York e si occupa di difendere i giornalisti nel mondo, ha infatti confermato che, dall’inizio delle proteste, nel Paese sono stati imprigionati circa quaranta tra giornalisti e dipendenti dei media. La cifra – secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Ansa – includerebbe almeno venticinque dipendenti del “Kalameh Sabz”, il giornale di Mussavi. Tra i non iraniani arrestati c’è un reporter greco che seguiva le elezioni per il “Washington Times”, mentre almeno altri sei giornalisti, sempre secondo l’organizzazione americana Cpj, erano già in carcere prima delle elezioni.
(©L’Osservatore Romano – 27 giugno 2009)